Perché è importante conferire separatamente questa tipologia di rifiuto?

  • Il rifiuto secco residuo indifferenziato non è recuperabile e riciclabile come materiale ne tantomeno compostabile. Neanche i rifiuti speciali o pericolosi rientrano in questa raccolta. Questi rifiuti, non potendo essere riciclati, verranno comunque utilizzati e recuperati in parte come CSS (combustibile solido secondario) o CDR (combustibile da rifiuto) e termovalorizzati per la produzione di energia elettrica/termica e in parte smaltiti presso le discariche autorizzate presenti in Regione FVG.
  • Separare bene, in ogni momento della giornata, il rifiuto secco dai materiali che possono essere riciclati o trasformati in nuovi materiali è dunque molto importante.
  • L’impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati NET di S. Giorgio di Nogaro tratta meccanicamente il rifiuto indifferenziato, avviandone la maggior parte a recupero di materia ed energia.
  • Questo è un elemento fondamentale e ci permette di ragionare in maniera innovativa rispetto al passato e soprattutto in piena ottica comunitaria di “economia circolare”.
  • Risulta comunque fondamentale diminuire la quantità di rifiuto secco residuo indifferenziato, separando con cura tutto quello che può essere riciclato o trasformato (es. organico, carta, plastica, vetro, barattolame, verde, ecc.).

Cosa succede dopo la raccolta del rifiuto secco residuo indifferenziato:

1

L’automezzo compattatore, adibito alla sola raccolta di questa tipologia di rifiuto, trasporta il materiale raccolto all’impianto di trattamento NET di San Giorgio di Nogaro.

2

Presso l’impianto di trattamento NET di San Giorgio di Nogaro, nella linea impiantistica cosiddetta “A” il rifiuto secco residuo indifferenziato viene sottoposto a numerosi fasi di lavorazione e trattamento:

L’accettazione, scarico e controllo dei rifiuti: i rifiuti in ingresso, pesati con pesa a ponte, vengono scaricati all’interno del capannone di “ricezione”.

L’operatore, dopo la preliminare separazione di eventuali rifiuti non trattabili, che vengono raccolti in appositi cassoni scarrabili, alimenta l’aprisacchi tramite pala meccanica o ragno meccanico.

Le varie fasi di trattamento del rifiuto secco residuo indifferenziato.

3

Fase preliminare: i rifiuti, dopo l’apertura dei sacchi tramite aprisacchi, vengono scaricati sul nastro trasportatore che va ad alimentare il vaglio rotante.

 

All’interno, il vaglio rotante è diviso in 2 sezioni: la prima sezione è composta da reti vaglianti con fori Ø 50 mm, la seconda è composta da reti vaglianti con fori Ø 70 mm. Qui avviene la separazione fisica del rifiuto in 3 frazioni sottoposte a specifici trattamenti:

1. Sottovaglio fine 50 mm (parte biodegradabile/umida, inerti);

2. Sottovaglio intermedio 70 mm (parte biodegradabile/umida, inerti e minima parte secca);

3. Sopravaglio (parte secca contenente ancora una minima parte di sacchetti chiusi e di rifiuto biodegradabile/umida).

3a

SOTTOVAGLIO fine 50 mm
(parte biodegradabile/umida, inerti)

Questa frazione viene scaricata, in successione, sui nastri. Su uno di questi tale frazione si ricongiunge con la parte pesante/umida della frazione di sottovaglio 70 (2) mm in arrivo dal vaglio e previamente separata dalla frazione secca in essa presente, grazie ad un processo di aspirazione effettuato dal separatore aeraulico secondario.

Il sottovaglio 50 mm, unito alla frazione umida del sottovaglio da 70 mm, passando sotto al separatore magnetico e successivamente nel separatore a correnti indotte, è sottoposto all’operazione di recupero dei metalli ferrosi e non ferrosi (fra cui principalmente l’alluminio).

La frazione ferrosa, così recuperata, viene scaricata dal separatore magnetico sul nastro trasportatore e, passando successivamente sugli appositi nastri, viene depositata all’interno dell’area deposito sovvalli ferrosi e non ferrosi.

3b

SOTTOVAGLIO intermedio 70 mm
(parte biodegradabile/umida, inerti e minima parte secca)

La seconda frazione di sottovaglio in uscita dal vaglio, viene scaricata, in successione, sui nastri.

 

Dal sottovaglio 70 mm viene asportata, grazie all’azione del separatore aeraulico secondario, la frazione leggera, che va a ricongiungersi con la frazione di sopravaglio secca.

La parte rimanente, ossia la frazione pesante (parte biodegradabile e inerti) uscente dal separatore aeraulico primario, viene ricongiunta, come già detto, alla frazione di sottovaglio fine 50 mm in arrivo direttamente dal vaglio rotante e anche alla parte pesante/umida residuale della frazione di sopravaglio che da questa viene separata all’interno del separatore aeraulico primario, così da essere sottoposta – tutta assieme – alla separazione magnetica prima di essere caricata sui mezzi walking-floor.

3c

SOPRAVAGLIO
(parte secca contenente ancora una minima parte di sacchetti chiusi e di rifiuto biodegradabile/umida)

La terza frazione in uscita dal vaglio rotante, viene scaricata sul nastro e successivamente nel trituratore primario, all’interno del quale è sottoposta ad una triturazione grossolana (produzione di “sopravaglio grossolano”).

Da questo “sopravaglio grossolano”, viene successivamente estratta la frazione pesante residuale in esso ancora presente (parte biodegradabile e inerti) passando all’interno del separatore aeraulico primario.

 

La frazione leggera, invece, dopo aver subito a sua volta la separazione dei materiali ferrosi per mezzo del separatore magnetico, può subire 3 diversi cicli di trattamento.

4

La trasformazione e rigenerazione finale del rifiuto secco residuo indifferenziato.

Dai trattamenti impiantistici sopra descritti il rifiuto viene sostanzialmente suddiviso in due frazioni, sottoposte entrambe alle seguenti lavorazioni:

4a

FRAZIONE LEGGERA
(sopravaglio o combustibile solido secondario)

La frazione leggera, ossia buona parte del rifiuto secco residuo indifferenziato trattato, viene destinata come CSS (combustibile solido secondario) agli impianti di termovalorizzazione per la produzione di energia elettrica o termica.

Ciclo-1.Produzione “sopravaglio pressolegato”

 

La frazione leggera viene scaricata, sui nastri (dove si ricongiunge alla parte leggera della seconda frazione di sottovaglio in uscita dal vaglio e recuperata nel separatore aeraulico secondario), e trasportata nella pressa-imballatrice, dove viene compattata ed imballata (produzione di “sopravaglio pressolegato”). Le balle di prodotto secco così formate possono essere caricate direttamente su walking-floor oppure trasferite per un temporaneo stoccaggio.

Ciclo-2.
Produzione “sopravaglio raffinato

 

La frazione leggera viene scaricata, sul nastro (dove si ricongiunge alla parte leggera della frazione di sottovaglio 70 mm che da questa viene separata nel separatore aeraulico secondario) ed infine inviata nel trituratore raffinatore, dove è sottoposta ad una seconda triturazione (per la produzione del “sopravaglio raffinato o coriandolato”).

 

Il “sopravaglio raffinato”,viene trasportato nel capannone nell’area di caricamento sui mezzi.

Ciclo-3.
Produzione “sopravaglio grossolano”

 

La frazione leggera viene scaricata, sui nastri (dove si ricongiunge alla parte leggera della seconda frazione di sottovaglio in uscita dal vaglio e recuperata nel separatore aeraulico secondario), venendo trasportata nell’ area carico mezzi. Questa frazione, non subendo una seconda triturazione, viene definita “sopravaglio grossolano”. Sia il sopravaglio raffinato (ciclo-2) che quello grossolano (ciclo-3) possono essere soggetti alle medesime operazioni:

Scarico a terra nell’area di essicazione e caricamento, a mezzo nastri, nei mezzi walking-floor: il sopravaglio, viene scaricato nell’area di essicazione situata nell’apposita area. Una volta asciugato, utilizzando la pala meccanica, viene caricato sul tramoggione e, passando poi sui nastri viene caricato nei mezzi walking-floor. In alternativa può essere caricato direttamente con pala meccanica o ragno meccanico sui mezzi di trasporto.

4b

FRAZIONE PESANTE
(sottovaglio o frazione organica putrescente)

Parte residua del rifiuto secco residuo indifferenziato trattato viene destinata come rifiuto finale allo smaltimento presso le discariche regionali autorizzate oppure in alternativa ad ulteriore trattamento (meccanico/biologico o di termovalorizzazione) presso impianti terzi autorizzati.

FOCUS

 

E gli odori del rifiuto indifferenziato che fine fanno?

Un impianto di trattamento dei rifiuti genera emissioni di tipo diffuso, derivanti dal processo di biofiltrazione dei reflui gassosi generati a loro volta da fenomeni di evaporazione dell’umidità contenuta nei rifiuti indifferenziati conferiti in impianto e di parziale, limitata decomposizione della frazione putrescibile in essi contenuta (e che dagli stessi viene separata come sovvallo scarto di vagliatura), emissioni ad oggi comunque notevolmente ridotte grazie al progressivo sviluppo delle raccolte differenziate ed alla eliminazione dell’originario processo di compostaggio.

 

La biofiltrazione dell’aria come metodo innovativo, naturale e sostenibile.

È un trattamento di depurazione delle emissione gassose basato sul processo di ossidazione biochimica effettuata da parte di microrganismi aerobici sui composti organici inquinanti aerodispersi e spesso odorigeni. Al contrario degli altri trattamenti di deodorizzazione di natura chimica o fisica (prodotti adsorbenti quali il carbone attivo che una volta esaurito va smaltito come rifiuto speciale) la biofiltrazione ha il risultato di eliminare l’inquinamento dell’aria e non di trasferirlo in altra sede.

 

L’impianto Net di San Giorgio di Nogaro è dotato di un unico grande biofiltro per il trattamento di tutte le “arie di processo” le quali vengono estratte dagli edifici e trattate con sistema di biofiltrazione.

 

 

 

Come funziona la biofiltrazione dell’aria?

L’aria da trattare viene fatta filtrare attraverso del materiale organico poroso (detto anche letto filtrante) che serve da supporto, e in parte da nutrimento, per microrganismi aerobici. Le sostanze inquinanti trasportate dal flusso entrano in contatto con i microrganismi i quali le metabolizzano e le trasformano in prodotti di reazione non più odorigeni, producendo acqua ed anidride carbonica come sostanze di scarto.

 

Per poter garantire una idonea depurazione dell’aria è necessario garantire condizioni ambientali favorevoli alla vita dei microrganismi.

La moltiplicazione batterica dipende da diversi fattori quali:

• il contenuto di sostanze nutritive;

• il tenore di ossigeno disciolto nel biofilm;

• la temperatura che agisce sui meccanismi metabolici. Infatti i microrganismi presenti nel biofilm sono mesofili pertanto la loro temperatura ottimale è compresa tra 20 e 40 °C;

• il pH che influenza in particolare il fenomeno riproduttivo, l’intervallo ottimale è da 7 ad 8. ;

• l’assenza di composti tossici per la flora batterica;

• il grado di umidità.

Quest’ultimo fattore è molto importante perché i microrganismi sono in grado di assorbire sostanza alimentare solamente dalla fase acquosa.

L’umidità forma un film liquido attraverso il quale avviene il contatto inquinante/floran batterica.

Un insufficiente contenuto di acqua nel letto filtrante è causa di essiccamento del letto e conseguente perdita di attività biologica.

 

Anche un eccesso di acqua può essere dannoso, infatti questa occlude i vuoti del letto filtrante con rischio di sviluppo di condizioni anaerobiche e conseguente formazione di sostanze odorigene. Il valore ottimale del materiale filtrante deve essere compreso tra il 60 e 80% in peso del substrato filtrante.

Seguici e condividi questa pagina su: