FOCUS
E gli odori del rifiuto indifferenziato che fine fanno?
Un impianto di trattamento dei rifiuti genera emissioni di tipo diffuso, derivanti dal processo di biofiltrazione dei reflui gassosi generati a loro volta da fenomeni di evaporazione dell’umidità contenuta nei rifiuti indifferenziati conferiti in impianto e di parziale, limitata decomposizione della frazione putrescibile in essi contenuta (e che dagli stessi viene separata come sovvallo scarto di vagliatura), emissioni ad oggi comunque notevolmente ridotte grazie al progressivo sviluppo delle raccolte differenziate ed alla eliminazione dell’originario processo di compostaggio.
La biofiltrazione dell’aria come metodo innovativo, naturale e sostenibile.
È un trattamento di depurazione delle emissione gassose basato sul processo di ossidazione biochimica effettuata da parte di microrganismi aerobici sui composti organici inquinanti aerodispersi e spesso odorigeni. Al contrario degli altri trattamenti di deodorizzazione di natura chimica o fisica (prodotti adsorbenti quali il carbone attivo che una volta esaurito va smaltito come rifiuto speciale) la biofiltrazione ha il risultato di eliminare l’inquinamento dell’aria e non di trasferirlo in altra sede.
L’impianto Net di San Giorgio di Nogaro è dotato di un unico grande biofiltro per il trattamento di tutte le “arie di processo” le quali vengono estratte dagli edifici e trattate con sistema di biofiltrazione.
Come funziona la biofiltrazione dell’aria?
L’aria da trattare viene fatta filtrare attraverso del materiale organico poroso (detto anche letto filtrante) che serve da supporto, e in parte da nutrimento, per microrganismi aerobici. Le sostanze inquinanti trasportate dal flusso entrano in contatto con i microrganismi i quali le metabolizzano e le trasformano in prodotti di reazione non più odorigeni, producendo acqua ed anidride carbonica come sostanze di scarto.
Per poter garantire una idonea depurazione dell’aria è necessario garantire condizioni ambientali favorevoli alla vita dei microrganismi.
La moltiplicazione batterica dipende da diversi fattori quali:
• il contenuto di sostanze nutritive;
• il tenore di ossigeno disciolto nel biofilm;
• la temperatura che agisce sui meccanismi metabolici. Infatti i microrganismi presenti nel biofilm sono mesofili pertanto la loro temperatura ottimale è compresa tra 20 e 40 °C;
• il pH che influenza in particolare il fenomeno riproduttivo, l’intervallo ottimale è da 7 ad 8. ;
• l’assenza di composti tossici per la flora batterica;
• il grado di umidità.
Quest’ultimo fattore è molto importante perché i microrganismi sono in grado di assorbire sostanza alimentare solamente dalla fase acquosa.
L’umidità forma un film liquido attraverso il quale avviene il contatto inquinante/floran batterica.
Un insufficiente contenuto di acqua nel letto filtrante è causa di essiccamento del letto e conseguente perdita di attività biologica.
Anche un eccesso di acqua può essere dannoso, infatti questa occlude i vuoti del letto filtrante con rischio di sviluppo di condizioni anaerobiche e conseguente formazione di sostanze odorigene. Il valore ottimale del materiale filtrante deve essere compreso tra il 60 e 80% in peso del substrato filtrante.